Cari ragazzi di scuola primaria,
affido al social questo mio scritto perché è da questa realtà virtuale che ho assistito alla vostra iniziativa. Nel primo giorno di primavera avete partecipato al progetto “Festa degli Alberi nelle scuole e della legalità” evento nazionale Mipaaf di Campagna Amica Coldiretti e Aprol, che ha fatto tappa nella vostra scuola e vi ha visti protagonisti nel piantare un albero di ulivo. Belle le parole e le canzoni che hanno accompagnato questo evento, ripreso dalle telecamere di Rai3.
Il mio cuore ha sobbalzato quando ho riconosciuto il posto in cui l’ulivo è stato posizionato. Parafrasando il cantautore De André ho pensato tra me:” dal cemento non nasce niente, dalla terra nasce la vita”. Già, perché quel posto è stato per anni il mio parcheggio. Un posto riservato senza esserlo, quasi una cortesia per sollevarmi, all’arrivo sul luogo di lavoro, almeno da un problema: quello di non trovare posto!
Osservare tutti voi riuniti in quel luogo attorno ad un giovane albero ed ascoltare le vostre frasi mi ha riempito il cuore di speranza, perché e’ stato come suggellare, a distanza, un patto tra il passato (me) ed il futuro, che si alimenta nel presente (voi).
Piantare un albero è la cosa meno egoista che si possa fare. E’ un atto di fede.
“ Tra le fronde degli alberi stormisce il mondo, le loro radici affondano nell’infinito; tuttavia non si perdono in esso, ma perseguono con tutta la loro forza vitale un unico scopo: realizzare la legge che è insita in loro, portare alla perfezione la propria forma, rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte.
Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita.
(Hermann Hesse)
Queste cose potrete imparare da lui.
Dovrete solo prestargli ascolto e curarlo, come un vero amico.
L’ulivo che verrà avrà un tronco nodoso e contorto, fermo e forte, abbarbicato al terreno con le radici a nocche e la chioma scarmigliata, capace di sfidare ogni tipo d’intemperia e, temprato dal freddo, in primavera rinascere e dispensare fiori e poi in autunno frutti preziosi, come e più dell’oro.
Pensatelo non come una pianta qualsiasi…ma come materia viva che parla della vita e dell’anima dei nostri avi, che nasconde significati e immagini antiche, che possiamo rivivere anche noi, in tempi e modi diversi, assaporando quelle emozioni di profumi, di brezze fra i rami, di lavoro faticoso nei campi, di tranquillità di paesaggi incontaminati e rinforzando quel legame viscerale che lega gli uomini alla propria terra.
Un pensiero riconoscente è rivolto a quanti hanno promosso e portato a termine questa bellissima iniziativa.