La rete è ormai uno stile di vita, che influenza necessariamente oltre che la comunicazione anche l’apprendimento e l’educazione in genere.
Stamane ne parliamo con voi ragazzi che siete nati con la tecnologia, perché per voi i cellulari e internet sono sempre esistiti. Ne parliamo a voi ragazzi, che solo perché “ci siete sempre stati in mezzo” siete indotti a pensare ingenuamente di padroneggiare in maniera consapevole e “sciolta” l’utilizzo della rete: per fare amicizia, per risolvere problemi, per comunicare, per diventare popolari, per fare tutte le cose che possono venire in mente in ogni momento della giornata.
Tutto questo accade, però, senza che vi rendiate conto che internet è una grande opportunità che nasconde anche molti tranelli. Pochi di voi sanno che la rete è un mezzo potente che implica una responsabilità, esattamente come guidare un motorino o un’automobile. Per non fare del male a se stessi e agli altri è necessario conoscere l’auto, le regole della strada, la cultura del luogo dove guido (corsia di destra o di sinistra? Fa una bella differenza…), gli spostamenti delle altre persone all’interno dei vari percorsi (piste ciclabili, rotatorie, sensi unici, sensi vietati, ZTL, attraversamenti pedonali). E pur mettendoci testa ed attenzione, per strada la distrazione è sempre dietro l’angolo, l’imprevisto può arrivare da ogni parte.
Questa è la differenza fondamentale tra un guidatore esperto e un neopatentato: il guidatore esperto è spesso in grado di prevenire il pericolo, di fiutarlo nell’aria. Allo stesso modo, navigare in rete richiede competenza (e in questo voi nativi digitali ne avete da vendere e da insegnare a genitori ed insegnanti) ma anche una buona dose di esperienza (che appartiene di sicuro alla generazione più adulta): richiede di essere pronti, svegli e vigili… ma soprattutto richiede di essere alla guida dello strumento, per non subirlo e venirne travolti.
La rete è uno strumento molto potente che è necessario saper utilizzare nei modi e nei tempi opportuni, come tutti gli strumenti di cui si vuole garantire il corretto funzionamento.
La parola che più dovrà ritornare nella vostra mente è responsabilità.
Voi mi chiederete: Come si può essere responsabili di qualcosa, se siamo invisibili in rete? Spesso non conosciamo nemmeno il volto reale della persona con cui stiamo chattando. Il pericolo maggiore è che la rete diventi sempre più il luogo per eccellenza dove nascondersi e fare quello che alla luce del sole risulterebbe più difficile e sconveniente.
La rete dovrebbe, al contrario, rappresentare un’opportunità da ottimizzare, dovrebbe cavalcare l’innovazione e l’evoluzione, non certo l’abbrutimento della civiltà e la dimostrazione “protetta” della bestialità e dello sfogo collettivo.
Quante volte i vostri genitori vi hanno detto se non vai bene a scuola ti tolgo il cellulare, , togli quella foto dal tuo profilo, non inserire video con i tuoi fratelli piccoli, etc. e voi avete risposto….non ti preoccupare guardo internet solo per studiare, non vado su Facebook, uso la chat così risparmio in sms.
Per evitare che internet continui ad essere un sottobosco pericoloso, capace di sostituire le amicizie vere con i profili falsi e i consigli con le minacce e il cyber bullismo mi permetto di suggerire qualche azione.
- E’ importante conoscersi e parlare la stessa lingua
è importante che educatori e genitori in primis siano informati su codici, linguaggi e forme di interazione della generazione nativi-digitali, che conoscano gli approcci, le innovazioni e gli stili praticati dai giovani nel loro vivere i media. È sempre più necessario che trovino risposte efficaci ed efficienti a queste domande, Quali sono i linguaggi, gli stili e le pratiche utilizzate dai giovani e legate ai media? Quali sono le opportunità e i rischi collegati all’uso dei media digitali? Come si possono promuovere le competenze mediali? Come ci si protegge dai rischi?
- E’ importante l’ascolto attivo
Per non trovarsi sospesi tra il permissivismo e la censura, genitori ed educatori hanno bisogno di condividere un sapere, hanno bisogno di informarsi e condividere codici, mettendosi alla pari, mettendosi in condizione di dialogo, apertura e racconto.
Per quanto riguarda i media, la vera sfida di educatori e genitori è rappresentata dal riconoscere di non sapere tutto, dal riconoscere che per prendersi cura dei ragazzi è necessario imparare a comprendere il loro linguaggio, il loro mondo, il loro stile. La conoscenza, come abbiamo appena detto, è il primo gradino per poter agire in maniera efficace. Il secondo gradino è l’ascolto attivo: “annusare”, guardare, essere presenti con la voglia di saperne di più, interpretando a fondo il ruolo di una presenza vigile, attenta, autorevole e non autoritaria.
Introduzione al convegno: Uso consapevole della rete- San Giorgio del Sannio- aprile 2015