In attesa della prima campanella

Il protagonismo della scuola, ogni nuovo  inizio, è sempre faticoso ed incerto, perché deve misurarsi con un mondo in frenetica evoluzione.

Il cambiamento mette continuamente alla prova le  nostre sicurezze e chiede un supplemento di pensiero per immaginare quello che ancora non c’è.

Bisogna  imboccare strade nuove ed inesplorate mediante docenti che non perdano l’interesse e la fierezza per la loro professione.

Tutti siamo chiamati a relazionarci con persone, siano esse bambini o adulti, che portano a scuola storie personali, situazioni, culture, esigenze diversificate.

Abbiamo  tanti  “colleghi nascosti” e lavorare  in un ampio contesto multitasking  implica difficoltà  aggiuntive ed inedite.

Ma lo stesso contesto  racchiude in sé nuove opportunità educative.

Basta che si pensi alla scuola come  luogo dell’educazione, mediante l’istruzione.

Basta che non si guardi al bambino come ad un “alunno”, etichetta generica che nasconde il volto reale della persona unica ed irripetibile che abbiamo di fronte.

Basta che si consideri la famiglia come un interlocutore attento con il quale interagire e stabilire relazioni.

Solo laddove la competenza professionale -a qualsiasi livello-  si lega alla passione ed alla qualità della relazione educativa,  resterà impresso nella mente dei nostri bambini un’esperienza di crescita indre e di stupirsi conserva dentro di sé la capacità di farsi sorprendere, e mai travolgere, dalle novità.

Cerchiamo di ricordarlo in ogni circostanza!

 

 

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