Le nostre giornate cominciano ormai più a colpi di “spread” che di caffelatte. Noi che, senza capire un’acca di economia, appena alzati accendiamo la tv per conoscere il trend della Borsa e per domandarci se i famosi “bund” tedeschi ci faranno ancora soffrire…Noi che ci sentiamo minacciati da un nemico invisibile -il debito sovrano-, mentre sono visibilissimi in TV quei tipi in maniche di camicia sempre davanti ai computer con un ghigno al posto della bocca…Noi che non abbiamo mai prestato molta attenzione al Mib o al Mibtel e tanto meno al Nasdaq… da qualche tempo parliamo, come esperti, di default, di pil, di rating,di tripla A, di mercati aggressivi… emotivi… volatili…riflessivi… diffidenti… e , di colpo, scopriamo che l’ idolatria dell’efficienza, del profitto, della produttività, della competizione ci ha spinti a correre come matti sulle autostrade del progresso, ad aumentare la velocità fino all’inverosimile e, nel vortice di una iper-produzione di idee, di beni, di credenze, di gingilli in larghissima parte superflui se non nocivi, non abbiamo mai preso in considerazione che la corsa potesse interrompersi… Signori, siamo a un passo dal baratro, si scende tutti!
E ORA?
Un altro futuro è possibile, se proviamo a volgere lo sguardo all’immensità del cielo e andiamo alla ricerca di quella scia luminosa che illuminò il cammino dei Magi diretti alla grotta, nella lontana Betlemme, in cui non nacque, nella sua prodigiosa semplicità, solo un bambino, ma un modello di vita.
La Natività ci ripropone da duemila anni “quel modello”, intriso di sobrietà e modestia, di moderazione e semplicità, dove l’avere e l’acquisire lasciano lo spazio all’Essere.
Ci invita a ripensare che il bene e la felicità possono realizzarsi con poco e che l’economia è solo un utile mezzo della vita umana e non fine ultimo.
Ci invita a rifiutare eticamente il consumismo peggiore, a liberarci dalle sue pericolose incrostazioni, rinunciando alla pretesa che di più è uguale a meglio.
Ci invita a rallentare lo sviluppo, per produrre ed acquistare solo quello di cui c’è davvero bisogno, a “fare economia” nel vero senso della parola e non “business”, cioè la fortuna di pochi.
E COME dovremo farlo?
Imparando a……
elogiare la lentezza
apprezzare la durata delle cose
provare indifferenza per le mode e l’effimero
non identificare il nuovo col meglio e il vecchio col sorpassato……
non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso………
distinguere la qualità dalla quantità……..
desiderare la gioia interiore e non il divertimento…….
collaborare invece di competere……
sostituire il “ fare sempre di più” con il “ fare bene “.
Unico requisito indispensabile: un consapevole salto evolutivo di pensiero ed azione.
Per il quale sarà necessario prendere la rincorsa.
BUON NATALE 2011 a tutti quelli che si preparano a fare……….. un grande salto!