Giovanni Paolo II e l’infanzia

 

 

Invito a rileggere la lettera che Papa Giovanni Paolo II ha scritto, in occasione del Santo Natale del 1994, con parole di fiducia paterna e di esortazione amorosa,ad interlocutori privilegiati: i bambini!

Nell’attuale stagione della storia dell’umanità, l’infanzia risente di atteggiamenti a dir poco “ondivaghi” da parte del mondo adulto: superprotetta o marginalizzata, eccessivamente coccolata o oggetto di violenze fisiche e psicologiche, bamboleggiata o adultizzata, comunque  quasi sempre espropriata. Perché

il Santo Padre ha guardato proprio ai bambini, li ha chiamati in causa e, fatto insolito, non ha  parlato “di loro”, ma si è rivolto “a loro”? Perché ha parlato di “cose importanti ai bambini: del messaggio evangelico, di valori fondanti per l’esistenza umana, di problemi e drammi del nostro oggi, superando in modo deciso la tendenza così diffusa di tenerli   distanti da ciò che accade di negativo, quasi che l’egoismo ed il dolore che esso genera possano venire esorcizzati nel tacerli e le responsabilità rimosse nel non farne menzione?

E’ stato  un invito a ripensare al rapporto con l’infanzia ed il suo mondo, a riscoprire nel singolo bambino  la persona, a rispettarne i diritti non solo attraverso alte, spesso disattese, dichiarazioni, ma nel divenire dell’esistenza familiare e sociale, considerando l’infanzia il ponte gettato verso il futuro, la motivazione ultima del nostro faticare quotidiano, l’esempio a cui fare riferimento per assumere atteggiamenti costruttivi e divenire così testimoni di umanità, dialogicità, solidarietà e reciprocità.

 

La cultura del “tutto e subito”, di fatto,nell’attuale società  spinge a negare l’infanzia.

Si nega l’infanzia quando si impedisce a tante vite già concepite  di prendere parte al banchetto della vita.

Si nega l’infanzia quando si dimentica che il bambino va amato, protetto, allevato, educato:… ai nostri tempi– si legge nella Lettera- molti bambini, purtroppo, in varie parti del mondo soffrono o sono minacciati: patiscono la fame e la miseria, muoiono a causa delle malattie e della denutrizione, cadono vittime delle guerre, vengono abbandonati dai genitori e condannati a rimanere senza casa, privi del calore di una propria famiglia, subiscono molte forme di violenza e di prepotenza da parte degli adulti”...

Si nega l’infanzia quando si mette il bambino nella condizione di vivere in modo non appropriato alla sua età, quando lo si bersaglia di messaggi violenti o lo si fa diventare vittima di violenze degli adulti o addirittura evento da usare come merce nei circuiti del villaggio globale.

Se tutti oggi parlano di infanzia, per l’infanzia e sull’infanzia, di fatto, però, all’infanzia è negata la parola.

“Dar voce” ai più piccoli è impegno centrale e monito implicito per il mondo adulto, chiamato a liberarne pensieri e  parole, assumendo l’impegno ad osservarne ed interpretarne i segni,  a sottrarli alle manipolazioni, ad offrire loro, nel quotidiano, occasioni di crescita e solidi modelli di riferimenti.

Dar voce all’infanzia è uno degli scopi di questo giornalino didattico, che si pone come occasione di crescita per grandi e piccoli!

Grazie a Papa Giovanni Paolo II che ci ha invitato a fermarci davanti ai bambini!

Per  fare un esame di coscienza! Per  imparare ad ascoltarli! Per guardare nei loro occhi e vedervi  la semplicità delle loro coscienze! Per scoprire l’ottimismo che illumina la loro attesa del domani! Per stringere mani ed avviare un nuovo cammino insieme!

Un arrivederci al prossimo anno con rinnovato entusiasmo e tante novità!

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