Il potere dell’incompetenza

Uno degli aspetti più inquietanti dei nostri tempi è che coloro che si sentono sicuri e certi sono stupidi, mentre quelli che hanno immaginazione e comprensione sono pieni di dubbi e indecisioni.

Partendo da questa massima di Bertrand Russell, propongo un innocente gioco mentale:

se, partecipando ad una qualsiasi riunione assembleare in un qualsiasi luogo di lavoro, provi a contare tra i tuoi colleghi quelli che, come te, sono preoccupati e amareggiati per l’incompetenza di chi ti governa e quelli che, al contrario, dimostrano di trovarsi perfettamente a loro agio, non avrai alcuna difficoltà a separarli in due grandi categorie. E sarai pure in grado di prevedere chi farà carriera e chi no.

L’incompetente che  governa, infatti,  tende a proteggere il proprio ruolo, collocando il personale più accondiscendente, che minimizza il dissenso, in posizioni di maggior potere, facendo sì che la gerarchia diventi più solida, inamovibile e conservatrice.

Tutto ciò succede perché l’incompetente che governa ha la pretesa di non sbagliare mai, si aggiorna  poco e, quando lo fa, tende a selezionare accuratamente i testi che confermeranno il proprio pensiero. Si chiama “ pregiudizio di conferma” e funziona così:

  • E’ noto ai più che qualsiasi apprendimento scaturisca dall’esperienza dell’inatteso, quando cioè  si inciampa in un risultato “ non familiare” che costringe a modificare il  modello in uso per l’interpretazione del mondo per poter accogliere la nuova evidenza.
  • Se si adotta il “pregiudizio di conferma”, quel risultato diventa  solo uno scherzo del destino non degno di approfondimento, una caduta accidentale. E se nasce comunque un desiderio di risposta, ci si muoverà andando alla ricerca di quei dati che confermeranno la situazione ex-ante.
  • In sintesi, si sarà avviato un ottimo percorso per non imparare nulla di nuovo.

 Il che significa che l’incompetente, oltre  alla difficoltà di non saper riconoscere i propri errori, è afflitto da una sorta di sindrome di illusoria superiorità, che scoraggia il cambiamento ed incoraggia l’immobilismo e la replicabilità di azioni, figlie delle abitudini.

Purtroppo la persona incompetente  questo non lo sa, perché  l’eccessiva fiducia in se stessa la porta a pensare di possedere qualità a dismisura e a doverle usare col piglio  dell’uomo solo al comando, coadiuvato da  mediocri yesman.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *