Esco affannata da un centro commerciale carica di un “troppo” che mi inquieta, vittima di un qualcosa che non riesco a definire, sotto il peso di “cose” acquistate in preda ad un desiderio compulsivo che nasce dall’ammirazione della miriade di oggetti esposti, nelle maniere più accattivanti e insidiose, nelle vetrine.
Il mercato ha questa specialità straordinaria di offrire tutto quello che serve a ciascuno di noi per sentirsi speciali e trendy!
Una sottile lusinga che viene quotidianamente alimentata dai battages pubblicitari, dalle insegne, dai banner, dagli avvisi, dalle newsletter, dalle mail, dalle recensioni, dalle telefonate.
Lo slogan di un dolce natalizio “….Adesso è Natale!” mi spinge a immaginare legioni di leaders, sfornati dalle migliori scuole di business, addestrati a battersi per conquistare il più alto profitto possibile, a beneficio delle multinazionali per le quali lavorano.
Ordine categorico: massimizzare il profitto, bombardare il mercato con prodotti sempre più attuali ed accattivanti. Costoro mi vogliono consumatrice irriducibile e pronta a cedere sempre più spesso alle tentazioni di una società che definisce se stessa in base a ciò che compra.
“Ne ho già uno di lettore DVD, ma costava solo 19.99 €. che non ho potuto resistere!” . Si chiama spaving ed è l’azione di spendere allo scopo di risparmiare indipendentemente dal fatto che di quella cosa si abbia davvero bisogno.
Il top performer del mercato globale mi sta sommessamente urlando che risparmio se acquisto sottocosto un oggetto di cui non ho bisogno. Dove sta l’inganno?…….
…Forse nell’ inseguire un modello di benessere che fa apparire necessarie una quantità di cose che non lo sono.
…Forse nell’ingabbiarci in un circolo vizioso del “lavora e spendi” nel quale continuiamo ad assecondare compulsioni di vario tipo che, una volta soddisfatte, generano immediatamente altri desideri, altri falsi bisogni, nell’illusoria rincorsa a quell’oggetto, a quella situazione, a quello status sociale, che “quasi per magia” ci faranno sentire sicuri e potenti.
…Forse nell’ evitare qualsiasi seria valutazione sulle possibili conseguenze dell’uso indiscriminato delle risorse del pianeta.
…Forse nel farci credere che lavorare di più per guadagnare di più ci renderebbe più felici.
Non è che -a pensarci bene-abbiamo ottenuto l’esatto contrario di quel che volevamo?
E’ comprovato che tutte le risorse naturali sono in rapido declino, ovvia testimonianza di un sistema sfruttato, intossicato, contaminato e inquinato.
Vogliamo davvero continuare a navigare convinti, come i passeggeri del Titanic, che la nostra nave non possa affondare? Sappiamo cosa successe allora.
L’inversione di rotta può avere un solo significato: generare comportamenti che sviluppino insieme benessere per sé, per i propri simili, per l’ambiente.
Fare bene, condividere, collaborare, aiutare, riparare, ripulire, incoraggiare, ispirare, illuminare, sostenere, amare…….. sono le azioni giuste per imparare a vedere nella Natura la base della sostenibilità e la fonte di ispirazione suprema, abbandonando definitivamente il concetto egocentrico della sua dominazione, distruzione e manipolazione.
BUON NATALE per una ri-nascita ecosostenibile,
in cui un’ economia di equilibrio possa incoraggiare un corso lento di merci ben fatte, durevoli e vantaggiose dal punto di vista energetico, invece della produzione continua di merci di bassa qualità, obsolescenti ed assetate di energia
BUON NATALE per una ri-nascita armoniosa,
in cui possa affermarsi un’ economia di sviluppo per rendere le cose e la vita migliori a scapito di un’economia di crescita che produce sempre più cose di cui certamente possiamo fare a meno.