“Pasqua è voce del verbo ebraico che significa “passare”.
Non è festa per residenti ma per coloro che sono migratori che si affrettano al viaggio.(…)
Chi crede è in cerca di un rinnovo quotidiano dell’energia di credere, scruta perciò ogni segno di presenza.
Chi crede insegue, perseguita il creatore, costringendolo a manifestarsi. Perciò vedo chi crede come uno che sta sempre su un suo “passaggio” (…)
Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per voi operatori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri ad ogni costo, atleti della parola pace. (ERRI DE LUCA)
Buon “passaggio” a chi si interroga sul senso della vita e si chiede perché la stessa abbia un valore diverso se nasci in alcune parti del mondo invece che in altre e cerca di costruire ponti di uguaglianza.
Buon “passaggio” a chi si interroga sul senso della morte e si chiede perché i flutti dei nostri mari affondano nuove possibilità e prospettive di vita e non resta inerme a scrutare con timore l’orizzonte.
Buon “passaggio” a chi si interroga sul senso del dolore, qualsiasi origine abbia, e non ha paura di guardare l’altrove della sofferenza- che sempre più spesso è ad un passo da sé- e trova tempo e forza per asciugare lacrime di solitudine e povertà.
Buon “passaggio” a chi si interroga sul mistero della resurrezione e non smette di stupirsi di quanto sia grande il dono della rinascita, perché solo chi ama non conosce morte.
Buon “passaggio” a chi sa gioire dell’amore che fa rinascere la vita nella divinità.