–Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi se ne ricordano!-. scriveva Antoine de Exupéry nel dedicare il suo capolavoro senza tempo all’amico prediletto Leone Werth
E’ vero.
In ogni volto diventato adulto, nel fondo più oscuro delle nostre coscienze, dietro le sbarre dei nostri sorrisi e delle buone maniere, c’è un bambino nascosto, in attesa di essere rivelato.
Si alimenta del nostro vivere, mentre continuiamo a reprimere i suoi perché, a soffocare le sue belle emozioni, a zittire i suoi innocenti desideri, più o meno consapevoli di questo sforzo di negazione.
Da grande ciascuno di noi diventa il silenzio del bambino che è stato.
Qualche volta ci ricordiamo che esiste se ripensiamo alla nostra infanzia.
Solo quando ci ritroviamo sopraffatti dai ricordi, ci capita di perdere il controllo e l’emozione ci assale: succede che la nostalgia ci riporta allo stesso stupore di allora e lo smarrimento si insedia come un tarlo nella nostra mente. Ma subito veniamo risucchiati dal presente, l”hinc et nunc”.
E’ che la società sa occuparsi dei bambini solo quando “sono bambini”. Non appena crescono un po’ li costringe a comportarsi “da grandi”.
“Dai, fai il bravo, ormai non sei più un bambino!”
I grandi non sopportano più l’idea che possano pensare quello che vogliono, che possano fantasticare quello che a loro sembra possibile e realizzabile e agli altri no, imbrigliati come sono in rigidità di ruoli, schemi e strutture.
Se riuscissimo a liberare più spesso quel bambino nascosto e a farlo agire come sa, potremmo riscoprire qualcosa di bello e di vero.
In fondo un bambino
..guarda le cose della vita con gli occhi di chi non le ha mai viste prima
…ride a crepapelle senza pensarci su
…abbraccia senza avvisare
…si gode il presente
…sa chiedere aiuto
…trasforma ogni gesto in un gioco
…ama incondizionatamente
…dice sempre quello che pensa
…ama la curiosità
…non ha paura di cadere
…sa essere sincero
Siamo sicuri che noi adulti sappiamo fare di meglio?