La prima virtù di tutti gli uomini davvero grandi è la sincerità. Essi hanno sradicato l’ipocrisia dai loro cuori. (Anatole France)
Alla nascita è ferma ad attenderci la nostra ruota panoramica, che ci invita ad accomodarci a bordo. Le salite, che ci dondolano nell’immensità del cielo, così come le discese, tanto più repentine quanto più tachicardiche, ci riservano emozioni mozzafiato di orizzonti vicini e lontani da vivere con occhi affascinati e curiosi di conoscenza, nello stesso momento in cui l’esperienza del viaggio ci proietta in un caleidoscopico carosello di relazioni umane, che ci accompagnerà per tutta la vita.
Ogni nuovo incontro avviene quasi sempre grazie ad un approccio equilibrato, positivo e cordiale, perché ciascuno di noi ama offrire un’immagine positiva di sé all’altro che é di fronte. Le circostanze formali ci chiamano ad un atteggiamento difensivo, che non consente di identificare immediatamente il tipo di relazione che si cela dietro l’elegante maschera di cortesia. Anche nei rapporti più frequenti raramente si riesce a percepire fino in fondo quel che prova l’altro, se egli stesso non decida di mostrare la sua anima sincera. Il gioco diventa più arduo quando, di fronte ad un vero e proprio professionista della diplomazia relazionale, siamo chiamati ad ipotizzare con quanta maestria riesca a sfruttare la contingenza del rapporto a suo esclusivo vantaggio.
Negli innumerevoli luoghi abitati da dolce ipocrisia la sincerità è la vera grande incompresa, perché chi li abita ogni giorno è costretto ad indossare l’armatura della finzione per nascondere le sue verità ed ostentare una nobiltà d’animo, in realtà inesistente.
Nonostante possa aver bisogno di tempo per svelarsi, tuttavia qualsiasi relazione di questo genere ha il destino segnato, così come quella bolla di sapone che volteggia libera nell’aria, bella nella sua leggerezza, ma delicata e fragile, che si dissolve e svanisce in un istante, allorquando cerchi di trattenerla con la mano.
La relazione vera è altro. E’ limpida come acqua di fonte, preziosa come un diamante e assai costosa in termini di impegno. Si alimenta di stima reciproca, di crescita comune, di condivisione di idee, di affinità valoriale. Non si perde per circostanze contingenti o incomprensioni. Si rinvigorisce in presenza di affetto e rispetto. Non é convenzionale, né invadente e, anche se non riusciamo a spiegarlo, sa esserci al momento giusto.
Se non è così, è quell’altra cosa, che decanta e progressivamente svanisce.
Tra Gesù e il Padre c’è una relazione autentica di fiducia, di abbandono, di pronta e filiale obbedienza, che va oltre il momento terribile del sacrificio della croce, dove il “tutto è compiuto” non è affatto la fine, ma l’unica ed inimitabile occasione di rinascita alla vita nuova, che è riconciliazione dell’umanità intera e legame di fratellanza universale.
Il “sentirsi come una Pasqua!” vuol dire star bene con se stessi grazie a questo nuovo umanesimo, che ci rende capaci di vivere relazioni sincere, al di là di miserevoli ed untuose ipocrisie.
Auguri a tutti quelli che hanno la fortuna di custodire nel forziere del cuore questo tesoro prezioso e lo alimentano ogni giorno con la fiamma dell’impegno.
Buona Pasqua 2018