Nella comunità virtuale, siamo tutti più soli.
E riempiamo molto le nostre vite di rumore, di immagini, di informazioni, di incontri fugaci e di affetti a tempo.
Poco di riflessioni sensate.
Avremmo bisogno di tempo per capire e di silenzi per metabolizzare pensieri.
Ma disponiamo solo di silenzi apatici, inerti ed inattivi.
Avremmo bisogno di un vuoto attivo.
Ma disponiamo solo di tempo nevrotico, che non sa riconoscere più la nostra più intima essenza.
Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio. Questo scrive l’autore de Il piccolo principe, quell’immenso capolavoro senza tempo per grandi e piccini.
Pura verità.
Non puoi ascoltare la musica se non c’è silenzio intorno.
Non puoi leggere un libro se non cerchi le pause tra le parole.
Non riusciamo più a stare in silenzio perché l’ego vive di rumori e pretende- riuscendoci- di farci rimanere attaccati alle cose che passano in fretta.
Silenzio è riposo per i sensi e momento per meditare.
Il silenzio è il nostro schermo protettivo che ci aiuta a respingere i proiettili sonori che la società ci spara addosso per allineare la nostra mente al senso comune.
Non c’è cosa che giovi quanto lo starsene quieti o parlando il meno possibile con gli altri, moltissimo con se stessi .
E se lo ha scritto il filosofo Arthur Schopenhauer….c’è da crederci!