12 marzo 2020
Terzo giorno di isolamento domiciliare. Esco a fare la spesa. Nel primo pomeriggio, così il rischio di affollamento al supermercato è inesistente. Una grande angoscia mi provocano le saracinesche abbassate, mentre attraverso in auto il paese. A quest’ora, anche in tempi di non emergenza-contagio, lo sono sempre state. Ma sapevo che, tornando, avrei visto uno scenario diverso. Oggi no, so che sarà così anche al ritorno. Nel parcheggio del D’oc sostano pochissime auto, molte delle quali appartengono ai dipendenti, ai loro posti nelle corsie, al banco, alle casse. Visione spettrale, tutti aspettano i clienti con guanti e mascherine sul viso; sembriamo alieni, controfigure di un film apocalittico. La mascherina che indosso mi crea fastidio, mi appanna gli occhiali e non mi rende agevole la ricerca dei prodotti, ma non la tolgo per rispetto di chi deve indossarla per tutta la giornata lavorativa e questo pensiero mi fa sentire quasi in colpa. E’ tutto così surreale, mi sento ridicola, quasi inappropriata, in questo atteggiamento difensivo, soprattutto irriguardosa nei confronti di chi qui ci lavora e di chi, come me, sta facendo acquisti. Evito il più possibile l’incontro e gli altri fanno lo stesso con me: un uomo che guida il carrello verso la corsia che occupo, con un gesto fulmineo, vira di 180° e, dalla corsia della pasta, lo osservo da lontano mentre cerca di fare lo stesso con altre persone. Anch’io non sono da meno.
Possibile, mi chiedo, che in pochi giorni sia cambiato tutto? Questo luogo in cui mi trovo era diventato l’agorà dei tempi moderni, dove il piacere dell’incontro si trasformava in una gradita pausa dagli acquisti, per scambiarsi baci ed abbracci e chiacchierare a lungo. Osservo ora e vedo solo atteggiamenti sfuggenti, una socialità assente, la fretta di scappare via, nascosti il più possibile alla vista.
La vita non è questa: la vita è mostrare un sorriso mentre ti avvicini all’altro che conosci anche solo di vista, guardarlo negli occhi per specchiarti nei suoi, una stretta di mano in segno di saluto e magari un caldo abbraccio di empatia se si tratta di un amico.
Sarà così, spero al più presto. Ora è il tempo dell’obbedienza alle regole stabilite. Con sofferenza, ma, solo così…