Una bambola per Noemi

 «Solo i bambini sanno quello che cercano» fece il piccolo principe. «Perdono tempo per una bambola di pezza, che allora diventa importantissima, e se qualcuno gliela porta via piangono…»(Antoine de Saint-Exupéry-Il piccolo principe- Cap. XXII)

Al  tuo primo risveglio, Noemi, hai chiesto  della tua bambola; nonostante il sorriso rassicurante di mamma e papà, che non ti hanno lasciata sola neanche per un attimo, ti sei sentita persa come una fata che  si guarda in giro e non trova più la sua bacchetta magica.

Ci siamo mai domandati, noi adulti,  come fanno i bambini a sopravvivere alle loro sventure e alle  sofferenze che provano? Noemi  ci ha risposto:- Con una bambola!-, perché la bambola rimanda  al desiderio di crescere giocando con qualcuno e grazie a qualcuno. Una bambola serve a legare l’amore per se stessi con quello per gli altri, è ” una”  che ti sta a sentire sia se le  racconti le tue gioie, sia se dai sfogo ai tuoi capricci e alle tue  pene, mentre  i grandi si occupano di altro.

Vittima di una barbarie che non t’aspetti,   tu l’hai invocata per stringerla forte in un abbraccio liberatorio fatto di speranza, come si abbraccia una persona cara che pensi ti abbia abbandonato per sempre e che all’improvviso riappare.

Se è così, raccontale-Noemi- quello che ti è capitato e spiegale bene che non è una favola il tuo narrare. Osserva, mentre le parli a voce alta, come cambia l’ espressione del suo viso.  Anche lei, pur essendo di pezza e coi capelli finti, cambierà d’umore e farà fatica a crederci. Però tu sai  che capirà, perché quello che tieni stretto tra le tue braccia non è solo un giocattolo:  è la  tua amica, la tua confidente, la  tua custode, la tua protettrice, la tua consigliera. Dille del male che ti sei trovata di fronte in un giorno scellerato di maggio, nel posto giusto dove ti aveva portato tua nonna, ma nell’attimo più sbagliato che potessi incrociare.  Dille del bene, mille volte più grande, che   ha riempito  i giorni del  tuo sonno obbligato. Dille che è stato un uomo nero a ferirti e tanti  camici bianchi  a  guarirti. Dille della trepidazione e dell’abnegazione delle tantissime  persone che si stanno ancora occupando di te, pur se il peggio è ormai passato.  Dille delle preghiere e della speranza di un popolo intero che ti incoraggiano a guarire in fretta. Dille dell’amore smisurato che respiri intorno a te.

Il tuo tempo è il suo tempo. “Lei” ti  ascolta, ti  coccola, ti sorride,  gioisce e soffre,  mentre si lascia cullare dalle tue braccia  sofferenti  di aghi e di tubi. E’ il tuo toccasana magico, travestito da giocattolo, perchè tu  guarisca in fretta e torni ad essere “bambina”.

 

 

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