Cerco di capirci qualcosa dopo il voto di domenica.
La prima sorpresa è stata la grande affluenza alle urne che ho toccato con mano già da quando mi sono recata al seggio. Dicevano che l’astensione avrebbe toccato cifre da record. Balle! Il quasi 74% è un dato incontrovertibile, che conferma che gli italiani gradiscono votare. Per protesta? Può essere, anche il mio voto lo è stato. Avevo voglia da tempo di mandare a casa una classe politica per buona parte inetta, bugiarda, corruttibile, ignorante, arrogante. I primi exit poll e le prime proiezioni mi hanno confermato, ove ce ne fosse stato bisogno, che non ero l’unica. Come ti spieghi altrimenti che i vincitori indiscussi siano stati il M5S e la Lega?
Non ho mai sopportato Matteo Renzi, che Scanzi ha definito “la più grande sbornia politica inspiegabile nella storia dell’Italia repubblicana. Un uomo politicamente senza pregi, privo di qualsivoglia qualità, goffo e caricaturale, arrogante e vendicativo, tronfio e circondato da una classe dirigente terrificante”.
Le sue dimissioni post-datate, illegali come gli assegni, sono apparse ridicole. Tiene tutti in ostaggio, come quel bambino che se perde la partita, mette il pallone sotto braccio e sospende il gioco. <<Governate, se ne siete capaci! Noi staremo all’opposizione!>> ci rimpalla un personaggio esaltante per la sua pochezza. Ridicolo, ma cos’altro ti aspetteresti da uno che ha detto di smettere dopo il 4 dicembre 2016 e ce lo ritroviamo senatore (quel senato che non è stato capace di abolire! Pensa tu!) in questa legislatura?
Renzi è stato il promotore, con il suo PD, di una legge elettorale che peggio di quella non si poteva fare- e s’è visto!- approvata dopo innumerevoli voti di fiducia, ha mescolato molto proporzionale e poco maggioritario in un melting-pot in cui chi veniva trombato nel maggioritario, poteva essere ripescato nel proporzionale, con l’elezione di De Luca j., di Minniti, della Fedeli, di Lonardo solo per fare qualche esempio più vicino a noi.
Antonello Caporale qualche giorno fa ha scritto che ciascuno di noi ha avuto la sfortuna di avere al proprio fianco il figlio di papà (ma anche, aggiungo io, la moglie, il fratello, lo zio, il cugino, l’amico…di papà), colui che aveva stampato sulla fronte la sua diversità: soldi in tasca senza averli sudati, lavoro assicurato senza competenza, diletto senza fatica.
Nella nuova legge elettorale -aggiunge- troviamo il raccomandato-ripescato, un tizio che farà il parlamentare a prescindere. Caporale lo definisce pre-giudicato, perché grazie alle pluricandidature, qualunque fosse stato l’esito elettorale, l’avrebbe fatta franca. Senza competere perché escluso dal novero della conta democratica. L’Italia è anche questo. O è, soprattutto, questo?
Ed ora ci ritroviamo nelle sabbie mobili dell’ ingovernabilità. Come se la legge elettorale non fosse stata creata ad arte così! Solo che neanche loro (Renzi e Berlusca) avrebbero potuto immaginare quello che poi è successo davvero: il M5S che supera il 30% e la Lega che scavalca Forza Italia. Le cose sono diventate, di colpo, più complicate del previsto. Il paventato accordo di governo PD/Forza Italia, sul quale era stato costruito il Rosatellum, non è più realizzabile. Ed ora?
Bisognerebbe capire che le leggi non si usano come grimaldelli. La legge elettorale, in un Paese serio, dovrebbe essere trattata come una cosa seria. Così come le candidature.
Il 32% del M5S dicono al Nord che sia stato un voto di protesta, una vittoria che deriva dalla nostra pochezza di meridionali, dal fatto che abbiano promesso un reddito di cittadinanza al Sud, dove notoriamente ci sono cittadini che non hanno voglia di “rimboccarsi le maniche” e applaudono alla politica assistenzialistica di Di Maio & C.
Hanno vinto, sì, ma non hanno i numeri per governare. Alla Camera mancano circa 100 voti per la maggioranza. Al Senato la metà. Vittoria di Pirro.
Salvini, l’altro grande vincitore delle elezioni, guarda Berlusconi con sufficienza, in quanto nuovo leader del Centrodestra. Asso pigliatutto alla prossima tornata. Capolavoro politico sono stati gli oltre centomila voti raggranellati al Sud, dove dei cittadini insultati a dovere negli anni hanno creduto al suo ravvedimento operoso, che si estinguerà presto, ove mai dovesse governare, ad esclusivo vantaggio dell’operoso Norde.
Stendiamo al contrario un velo pietoso su Berlusconi, maschera di se stesso, con le citazioni in diretta TV dei “117 milioni di migranti arrivati nel 2017 in Italia” (praticamente più di un esodo biblico), dei redditi di dignità di 12-13mila euro o di mille lire al mese (a seconda di come gli girava il cervello in quel momento!) e delle “curve di Laser” con Mentana, zittito con un <Ha studiato poco!>, mentre provava a correggerlo. Niente da aggiungere se a uno così crede ancora il 14% dei votanti.
E’ un’Italia spaccata in due quella che viene fuori dalle urne. Dopo 157 anni, siamo ancora come allora, con gli stessi retaggi di uno Stato che proprio non vuole saperne di uguaglianza di opportunità.
Il cubo di Rubik è ancora qui. Rompicapo irrisolvibile.