Dagli al preside!

Dal 12 marzo siamo sotto assedio; rinchiusi nelle nostre scuole-trincee, assistiamo all’assalto mediatico degli addetti ai lavori, ma anche no.
Succede così che Francesco Merlo titoli su La Repubblica.it “ Riforma della scuola targata Renzi: presidi come piccoli boss di paese “ e ci dipinga come soggetti incapaci di gestire il potere e la responsabilità, abdicando a quella funzione dirigente che ci appartiene, sancita normativamente da tempo. Così il giornalista trasforma la famosa stanza del preside ( siamo dirigenti scolastici!) in Ufficio raccomandazioni e suppliche di quel proletariato intellettuale di cui parlava Salvemini, cioè i docenti-straccioni della cultura italiana, pagati quanto le cameriere.
Duro anche il commento del presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, il quale paventa violazioni di diritti acquisiti dei docenti e della carta costituzionale.
“Si attivano delazione e abuso, dando a dirigenti scolastici potere di scelta di docenti; l’albo regionale di docenti precari e di ruolo ha il significato di una lista di proscrizione ed invita il Presidente Mattarella a valutare i profili di incostituzionalità e di rispetto del principio che “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” (art. 33) , sottolineando che occorrono criteri obiettivi di valutazione e dice NO alla scelta dei docenti da parte dei presidi.” Vi risparmio i commenti sui social.
Per far sì che la Scuola diventi “ buona” abbiamo capito che bisogna escludere dalla riforma i dirigenti scolastici. E, visto che ci hanno chiesto di “assumere a nostra insaputa”, vi dico che sono molto arrabbiata.
Con i tagli ed il dimensionamento, ci hanno raddoppiato il lavoro e ridotto lo stipendio, ma sembra che tutto questo non sia bastato.
Chi ci governa ci riversa sulle spalle sempre nuove incombenze e responsabilità. Sa che abbiamo le spalle larghe. E poi siamo pochi e- anche se protestiamo- nessuno ci ascolta. La Scuola va avanti lo stesso; neanche le lezioni riusciamo a far sospendere in caso di sciopero. Nessuno ci ama: come capi infatti siamo sempre soli nelle decisioni e. quando ci immergiamo nell’ intricata ed elefantiaca giungla normativa, tra lacci e lacciuoli, spesso abbiamo la percezione di essere molto “ ratificatori di atti” e poco o niente “boss di paese”. Fieri di non esserlo, sia chiaro. Non abbiamo bisogno di altre responsabilità; nessuno di noi le ha richieste a Renzi e &. La Buona Scuola si costruisce nella condivisione, non nella separazione. Non è una guerra, ma un camminare insieme nella stessa direzione, avendo in mente il futuro da costruire.

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