Anche oggi, una prova.
Seduti, quasi curvati, a riempire un foglio bianco, righe o quadretti che importa, timbrato e datato per imprimere un sigillo al tempo scolastico.
Li vedi e ripensi a quello che è stato ma anche a quello che è, ora qui: c’è chi ti guarda assorto nel compito e non ti vede; chi si arriccia i capelli con un dito per placare l’ansia; chi dondola le gambe che quasi non ci stanno più sotto il banco; chi sfoglia il vocabolario in cerca di risposte che lì non può trovare; chi cerca supplichevole lo sguardo complice del vicino per un aiuto; chi prova, cancellando, a riscrivere le sue insicurezze; chi sbadiglia pensando al tempo che si dilata a dismisura e si augura che tutto finisca presto; chi allontana come un mantra i lunghi capelli dal viso che ostruiscono la vista del foglio ancora intonso.
E’ un mondo silenzioso, rotto dalla pioggia lampeggiante e dai tuoni di un giugno tropicale, quasi surreale, che richiama alla chiassosa esuberanza che hanno assorbito i muri di quest’aula.
Gli esami sono così, da sempre: muti ed ordinati, con gli adulti vigili ed i ragazzi che fanno le prove generali sul palcoscenico della vita. Mi auguro, da attori protagonisti.
Che la vita vi sorrida sempre, ragazzi!